San Colombano - Due anni di lavoro nel programma presentato ieri in occasione del tavolo di coordinamento fra i tecnici. Definito il progetto per creare un sentiero protetto sulle colline.
Caratterizzare flora e fauna della collina, reintrodurre specie animali
in zone umide e poi specie vegetali rare, progettare e definire il
sentiero natura, realizzare i cartelloni e la postazione per
l’osservazione dei rapaci, quindi comunicare e gestire il percorso: è
questo in sintesi il programma di lavoro per la creazione da qui a due
anni del primo percorso naturalistico del Parco di San Colombano, da Val
Panate ai piedi della rampa della Capra fino alla Moccia e alla strada
per Miradolo. La scaletta di lavoro è stata decisa ieri nel corso del
primo tavolo di coordinamento tra tecnici che si è tenuto a San
Colombano al Lambro. Il progetto ha ricevuto in agosto la benedizione
della Fondazione Cariplo che ha assegnato un contributo di 130mila euro.
L’intero progetto ne costerà 200mila e le altre risorse arriveranno dai
comuni del Parco, San Colombano in testa. «In due anni di lavoro
svilupperemo varie azioni per definire e mettere a regime il percorso -
spiega l’assessore al parco del Comune di San Colombano Davide Panzetti
-. Non si tratta di un semplice sentiero naturalistico per escursioni,
ma di un progetto scientifico che punta a censire e a reintrodurre flora
e fauna autoctone, con una valenza culturale alta, di fruizione e
conoscenza della collina».Al tavolo tecnico ieri mattina hanno
partecipato rappresentanti del Comune, del Wwf, dell’associazione Il
Borgo e il Colle, dell’Università di Pavia, per gli aspetti biologici e
zoologici, e dell’università Bicocca di Milano, per la botanica. «Le
università porteranno avanti il lavoro teorico-scientifico, mentre il
Comune e le associazioni si faranno carico delle iniziative pratiche -
afferma Panzetti -. C’è grande entusiasmo da parte di tutti e siamo
molto contenti del primo incontro. Nelle prossime settimane si terrà un
sopralluogo in collina per cominciare a lavorare sul campo». Al termine
dell’incontro, i tecnici si sono recati alla cantina Riccardi per un
aperitivo e per confrontarsi con i vertici dell’azienda, sulla cui
proprietà si svolge parte del percorso. «Con il nostro progetto
valorizziamo un lavoro che da anni l’azienda sta portando avanti per
risanare il fondo valle, e contiamo di agire in piena collaborazione»
conclude Panzetti. Val Panate si apre proprio ai piedi della tenuta
Riccardi, e da anni la famiglia Riccardi è impegnata con le proprie
risorse nella sistemazione e nella pulizia dell’area, che ha risanato da
sterpaglie e incolti, definendo anche due splendidi laghetti. «Abbiamo
iniziato questo lavoro tanti anni fa, con le nostre risorse e quando in
pochi credevano nel risanamento della zona: vedere che ora anche il
Comune ci investe, ci fa pensare che in fondo non ci sbagliavamo a
volere una collina in ordine - dicono dall’azienda -. Le due iniziative,
però, restano ben distinte: da una parte c’è la nostra opera di pulizia
e sistemazione, con risorse nostre, dall’altra il progetto del Comune,
con le risorse pubbliche e della Fondazione Cariplo».Fonte: Il Cittadino
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