Energia, governo bocciato per il 51% non fa abbastanza
L'indagine condotta da Ispo per Anev rivela che la maggioranza degli
interpellati considera praticamente nulla la capacità dell'esecutivo in
materia di rinnovabili, su cui il 89% investirebbe di più. - Governo bocciato in politiche energetiche. Pollice verso da nove
italiani su dieci. Da un sondaggio Ispo (Istituto per gli studi sulla
pubblica opinione) promosso dall'Anev (Associazione nazionale energia
del vento) su un campione di 801 persone, risulta che il 51% degli
intervistati giudica pressoché nulla la capacità dell'esecutivo di
sostenere le fonti rinnovabili, mentre il 37% ritiene che ha fatto
qualcosa ma non abbastanza. La ricerca dell'Ispo è
particolarmente interessante perché cade in un momento di transizione
delle politiche energetiche italiane. Dopo l'esito del referendum che a
24 anni dal primo alt ha ribadito il no al nucleare, era attesa
un'apertura allo sviluppo delle rinnovabili. Se infatti parlare di piano
energetico del governo sarebbe una forzatura visto che nessun programma
organico e dettagliato è stato mai presentato, lo slogan di Palazzo
Chigi recitava: 50% di energia fossile, 25% di nucleare, 25% di
rinnovabili. Saltato il 25% di nucleare, è però continuata una politica
di stop and go nei confronti delle rinnovabili, con gli incentivi
concessi nei giorni dispari e tolti nei giorni pari. Una scelta
che produce incertezza nei mercati e nei cittadini e che viene
nettamente sconfessata dal sondaggio. Il 60% degli intervistati dichiara
che è giunto il momento di puntare tutto sulle rinnovabili. E, pur di
incentivare questa strategia, gli italiani si dicono pronti a mettere
mano al portafoglio: il 22% si dichiara favorevole a un aumento della
quota della propria bolletta elettrica da destinare alle rinnovabili. "Dopo
la lunga campagna mirata a sostenere che le rinnovabili sono troppo
care, è interessante notare che l'89% chiede di investire di più nelle
fonti rinnovabili e l'81% nel miglioramento dell'efficienza della rete
elettrica", sottolinea il presidente dell'Anev Simone Togni. In
particolare il 49% chiede di lasciare inalterata la quota della bolletta
destinata alle rinnovabili, il 19% la vuole aumentare leggermente e il
3% la vuole aumentare molto (a fronte di un 11% che la vuole ridurre
leggermente e di un 9% che la vuole ridurre molto). La ricerca
Ipso traccia anche un profilo del consumatore che chiede energia pulita.
Chi barra la casella "investire di più sulle rinnovabili" è un giovane:
nella fascia 18-24 anni il consenso arriva al 70%; tra i 25 e i 54 anni
oscilla attorno al 60%; scende al 48% nel gruppo 45-54 anni e si
assesta al 37% oltre i 55 anni. Inoltre ha un titolo di studio (oltre
il 60% delle persone con diploma o laurea vuole le rinnovabili contro il
34% delle persone con licenza elementare) e un orientamento politico a
sinistra (67% di sì tra chi vota centrosinistra, 51% tra chi vota al
centro, 45% tra chi vota a destra). Inoltre, l'86% degli
intervistati ritiene che l'eolico rispetti molto o abbastanza
l'ambiente, l'85 % esprime lo stesso giudizio sul solare, e il 57% sulla
biomassa. Sette italiani su dieci infine dicono che sole e vento
possono aiutare il nostro Paese a diminuire la dipendenza dall'estero.Fonte: La repubblica
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