sabato 4 dicembre 2010

Gli ambientalisti bocciano il sesto palazzo uffici dell’Eni

Gli ambientalisti di San Donato non nascondono i loro timori per la “fortezza” del sesto palazzo uffici Eni, che si proietta sul panorama e sul futuro cittadino. « Ha troppo poco verde pubblico, non dà soluzioni ai volumi di traffico e obbligherà a costruire la bretella Emilia-Paullese per evitare il caos sulle altre strade»: in queste battute sono racchiusi alcuni dei principali dubbi del Wwf sandonatese sul progetto che indica la volontà Eni di tornare a mettere salde radici in città. Ma il sesto uffici, che ha avuto il primo via libera (l’adozione) lunedì scorso dopo una maratona notturna in consiglio comunale, secondo il circolo ambientalista locale presenta una filosofia urbanistica che confligge con quella con cui San Donato è sempre andata avanti. Anche grazie allo stesso colosso petrolifero. Il palazzo in corrispondenza dell’intersezione De Gasperi-Correggio porta innanzitutto le automobili di 3500 dipendenti, concentrati in questo solo quadrilatero. «La prima perplessità - si legge infatti nella nota Wwf pronta a diventare serie di osservazioni ufficiali, depositate in municipio - sono concentrate sul prevedibile impatto che il traffico avrà sulla città di San Donato. Per quanto riguarda le informazioni in nostro possesso, ci risulta infatti che siano previsti parcheggi per 1500 auto, ovvero per circa la metà degli addetti in pianta organica nel nuovo complesso. Un tale volume di autovetture non può non incidere pesantemente sul già congestionato traffico cittadino, soprattutto in considerazione del fatto che la destinazione d’uso a terziario congestiona i flussi di traffico esattamente nelle stesse fasce che caratterizzano quello pendolare ordinario da Milano». Il secondo squilibrio guarda al verde, anzi al poco verde: «La quantità di spazi verdi in senso stretto, escludendo quindi le terrazze e altre isole ambientali, è troppo limitata. Nel tempo che va all’approvazione definitiva, il Wwf chiede di introdurre una maggiore metratura naturale, soprattutto in considerazione del fatto che il limitrofo quartiere Metanopoli è stato progettato e realizzato come un pezzo rilevante di città ad alto contenuto ambientale». Un altro interrogativo messo in moto dalla convenzione Eni-comune riguarda il destino della zona Monticello, al confine con San Giuliano, ancora oggi situata a una certa distanza dal centro urbano compatto: «Monticello ha la sua destinazione naturale nel restare area a parco - spiega ancora la nota del Panda - mentre, per quanto è dato conoscere sinora, le intenzioni dell’amministrazione comunale sono quelle di destinare questa fetta di territorio in parte a edilizia convenzionata in parte al collegamento diretto Paullese-via Emilia, un’opera che riteniamo completamente dannosa per la qualità della vita in San Donato».

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