lunedì 10 maggio 2010

L’area della Levadina rinascerà

Pezzetti di grattacielo buttati nell’oasi verde
«L’area della Levadina rinascerà»

Dall’ "Oasi della Levadina" a San Donato Milanese spuntano anche le tracce del “Gigantino”, il palazzone lungo la via Emilia, abbattuto 19 anni fa, che nella sua discutibile estetica è stato a lungo uno dei simboli della città dell’Eni. Questa la nota “folkloristica” dell’intervento di pulizia di sabato nella vasta area del Lambro, il resto è una montagna di rifiuti portata via dai volontari del Wwf Sudmilano, dall’associazione “Il Bradipo”, dalla Lipu, dalla Protezione civile e dalle Guardie ecologiche volontarie della Provincia. Poco dopo le 8.30 una squadra di 20-25 persone ha parcheggiato i mezzi in via 25 Aprile e si è rimboccata le maniche andando a caccia di pattumiere nella zona di esondazione del Lambro di 15 ettari fra la Paullese e l’aeroporto di Linate. Il risultato è di due camion della nettezza urbana – messe a disposizione da Aimeri Ambiente, la multiservizi locale - piene di residui di ogni genere. Sono saltati fuori appunto molti “ricordi” di quello che i sandonatesi ricordano come il “gigantino”, il palazzo di oltre dieci piani che fino al 1991 troneggiava all’ingresso di San Donato poco oltre zona Certosa, e poi venne fatto saltare con l’esplosivo. «Una parte delle macerie è qui, sepolta nell’area della Levadina», spiega Giorgio Bianchini, responsabile del gruppo Wwf locale, «e continua a saltar fuori». L’iniziativa ha incassato anche l’appoggio dell’assessorato all’ambiente e dell’Azienda comunale di servizi. In prospettiva l’area di esondazione di via Lambro costituisce una delle più vaste oasi naturalistiche del Sudmilano, «a 5 chilometri dal Duomo, oltretutto», riprende Bianchini. Una macchia naturale risparmiata dai progetti urbanistici e integrata da alcuni interventi come i 7.000 alberi del progetto Metrobosco, piantumati l’anno scorso dalla Provincia di Milano assieme alla Ricoh. A pochi metri dalla Paullese si allargano polle di acqua stagnante, con grandissime potenzialità ambientali. Su quegli stagni però oggi galleggiano troppi sacchetti della spazzatura, spesso “lanciati” oltre la recinzione di via Lambro. E qua e là si inciampa in un blocco di cemento armato, o peggio di eternit, che dovrà rimuovere l’agenzia specializzata regionale. Nei prossimi mesi ulteriori iniziative per migliorare la conoscenza della Levadina.
fonte - il cittadino : E. D.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...