Sono ripresi i lavori al parco fotovoltaico di San Bruno, per le società
è arrivata solo una sanzione da 230mila euro. Già da metà settimana è
ricominciato il via vai di mezzi e uomini sul cantiere, sono stati
portati materiali ed è già iniziata l’installazione dei pannelli sui
supporti. Il parco era fermo da un anno dopo il ricorso di Legambiente
al Tar.Nell’agosto 2010 la Provincia di Milano aveva autorizzato la
realizzazione di sette impianti fotovoltaici a terra, contigui uno
all’altro, su 13 ettari di proprietà della cascina San Bruno, ai piedi
della collina. Tante le criticità riscontrate da Legambiente, che per
queste aveva fatto ricorso al Tar. L’obiezione più rilevante era
relativa alle potenze installate: tutti gli impianti hanno valori tra i
700 e i 1000 kilowatt circa e grazie alla frammentazione in sette lotti
hanno aggirato la normativa che prevede l’obbligo della Via o
Valutazione d’impatto ambientale per impianti superiori al megawatt di
potenza. Secondo Legambiente i sette impianti sono uno di fianco
all’altro senza soluzione di continuità e quindi andrebbero considerati
alla stregua di un unico grande impianto con potenza di 6,3 megawatt.
Alla prima udienza davanti al Tar nel dicembre 2010, le sette società
avevano proposto di autosospendere i lavori avanzando una richiesta di
assoggettabilità alla Valutazione d’impatto ambientale in Regione. Il
Tar aveva accolto la proposta rimandando un giudizio a maggio 2011, poi
rinviato nuovamente a gennaio 2012 perché ancora la regione non si era
pronunciata se la Via fosse obbligatoria o meno.Con provvedimento del 13
ottobre, la direzione generale della Regione ha riconosciuto che il
parco fotovoltaico non è assoggettabile alla Via, ma ha anche stabilito
che le società promotrici dei vari lotti erano sanzionabili per 228mila
euro complessivi perché avevano avviato i lavori prima della richiesta.
L’importo è determinato nel 5 per mille del valore delle opere già
realizzate. Nel dettaglio, la società Arqua Srl è sanzionata con 135mila
euro, Assigeco Green Energy con 19mila, Butterfly con 10 mila euro,
Green Energy con 19mila euro, Kerasol con 20mila euro, Simply Energy con
20mila euro, Quotidia con 2mila euro.Le società in questione hanno
immediatamente ripreso i lavori in barba dunque al Tar che dovrà
pronunciarsi a gennaio: in assenza di formale sospensiva del tribunale,
il provvedimento di Regione Lombardia ha costituito un via libera
sufficiente dal punto di vista amministrativo e probabilmente legale.
L’atto di Regione Lombardia resta però a sua volta impugnabile e
bisognerà capire come sarà valutata dal Tar di Milano la ripresa dei
lavori senza un suo pronunciamentoFonte: Il Cittadino
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